Ci sono infiniti modi per raccontare una stessa cosa. Saper scegliere il migliore è ciò che fa di uno scrittore un bravo scrittore. Il lettore non si nutre solo di storie, di accadimenti. Si nutre di parole, di suoni, di combinazioni che a volte lo colpiscono al punto di ricordarle per sempre
Si sentì un clic quando Chernobog afferrò una pedina nera e si mangiò una bianca. Poi l'appoggiò sul tavolino, accanto alla damiera.
"La prima vittima. Hai già perso" disse. "La partita è finita."
"No" rispose Shadow. "La fine è ancora lontana."
"Non vorresti fare una puntatina, in questo caso? Scommettere qualcosa per renderla più interessante?"
"No" si intromise Wednesday senza alzare gli occhi dalla pagina delle barzellette da caserma, "non vuole."
"Non sto giocando con te, vecchio. Gioco con lui. Allora, vuoi scommettere, signor Shadow?"
"Di che cosa stavate discutendo voi due, prima?"
Chernobog aggrottò la fronte rugosa. "Il tuo padrone vuole che vada con lui. Per aiutarlo nella sua follia. Piuttosto morto."
"Vuole scommettere? D'accordo. Se vinco io viene con noi."
Il vecchio arricciò le labbra. "Possibile" disse, "ma solo se accetti di pagare pegno, in caso di sconfitta."
"E quale sarebbe, il pegno?"
Chernobog rimase imperturbabile. "Se vinco io ti fracasso la testa. Con la mazza. Prima ti metti in ginocchio. Poi ti abbatto con un colpo in mezzo alla fronte e tu non ti rialzi più."
Neil Gaiman, American Gods (trad. Katia Bagnoli)
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