citazioni

Ci sono infiniti modi per raccontare una stessa cosa. Saper scegliere il migliore è ciò che fa di uno scrittore un bravo scrittore. Il lettore non si nutre solo di storie, di accadimenti. Si nutre di parole, di suoni, di combinazioni che a volte lo colpiscono al punto di ricordarle per sempre

lunedì 8 febbraio 2010

Neuromante

- Ragazzi, questo sì che è un pezzo di software davvero carogna. La più grossa novità dopo l'invenzione dei toast. Quel dannato affare è invisibile. Proprio adesso ho affittato venti secondi su quella scatoletta rossa, quattro salti a sinistra sull'ICE della T-A, per dare un'occhiata a come apparivamo. Be', non appariamo affatto. Non ci siamo.
Case esplorò la matrice intorno all'ICE della Tessier-Ashpool fino a quando non trovò la struttura rosa, un'unità commerciale standard, e si digitò il più possibile vicino a essa. - Forse è difettosa.
- Forse, ma ne dubito. È una creatura dei militari, comunque. Ed è nuova. Banalmente, non fa registrare la sua presenza. Se lo facesse, avremmo letto i dati relativi a qualche genere di attacco cinese a sorpresa, invece nessuno si è agitato di un millimetro nonostante la nostra presenza. Forse neppure la gente a Straylight.
Case osservò la parete vuota che schermava villa Straylight.
- Be', è un vantaggio, giusto?
- Forse. - Il costrutto fece la vaga imitazione di una risata. Case trasalì a quella sensazione. - Ho ricontrollato il vecchio Kuang Undici per te, ragazzo. Puoi fidarti... fintanto che sei dalla parte del grilletto è quanto di più cortese e servizievole si possa immaginare. Parla anche un discreto inglese. Hai mai sentito parlare di virus ad azione lenta?
- No.
- Io sì, una volta. All'epoca era soltanto un'ipotesi. Comunque è proprio di questo che si tratta. Qui non è questione di perforare e iniettare, ma è piuttosto come se ci interfacciassimo con l'ICE in modo così lento che l'ICE non se ne accorge neppure. In un certo senso la configurazione logica del Kuang si avvicina subdola al bersaglio, e poi muta in modo da diventare esattamente come il tessuto dell'ICE. Poi noi ci agganciamo e subentrano i programmi principali, cominciando a menare per il naso i sistemi logici dell'ICE. E diventiamo fratelli siamesi prima ancora che inizino ad agitarsi. - Il Flatline scoppiò nuovamente a ridere.
- Vorrei che non fossi così maledettamente allegro oggi, amico. Non so perché, ma quella tua risata mi fa correre i brividi lungo la schiena.
- Peggio per te - rispose il Flatline. - Il vecchio cadavere ha bisogno delle sue risate. - Case fece scattare l'interruttoredel simstim.

William Gibson, Neuromante (trad. Giampaolo Cossato, Sandro Sandrelli), Mondadori, 2003

Non riesco a seguirlo. Neologismi continui, situazioni difficili da visualizzare, descrizioni che non riescono a trasformarsi in immagini. Ho iniziato a leggere questo romanzo con entusiasmo, sapendo di essermi perso, finora, una pietra miliare della fantascienza, addirittura il capostipite di un sottogenere di grande successo. Il cyberpunk ha dato vita a un movimento non solo letterario ma anche (e forse soprattutto) cinematografico. Pellicole come Strange days, Johnny Mnemonic, il nostro Nirvana, fino ad arrivare al celeberrimo Matrix sono tutte figlie di Gibson, e mi piacciono e molto. Eppure questo non riesco a leggerlo. Vado avanti con una lentezza esasperante, mi dimentico immediatamente di cosa sia successo nella pagina precedente, aspetto sempre che la storia prenda finalmente vigore, che si delinei un filo da seguire verso il finale. A differenza di come faccio spesso ultimamente, mi sto costringendo a finirlo, ma l'ultima pagina mi darà un senso di liberazione da un libro che rimpiangerò di non aver avuto il coraggio di abbandonare dopo poche righe.

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