citazioni

Ci sono infiniti modi per raccontare una stessa cosa. Saper scegliere il migliore è ciò che fa di uno scrittore un bravo scrittore. Il lettore non si nutre solo di storie, di accadimenti. Si nutre di parole, di suoni, di combinazioni che a volte lo colpiscono al punto di ricordarle per sempre

lunedì 22 marzo 2010

Le ali della sfinge

"Pronto, Catarella. Dimmi."
"Il dottori è in loco pirsonalmenti di pirsona nella stissa macchina tò?"
"Sì. Parla che ti sente."
"Amozionato sugno! Maria quanto sugno amozionato ca sugno!"
"Va bene, Catarè, cerca di calmarti e parla."
"Ah dottori dottori! Ah dottori dottori! Ah dottori dottori!"
"Il disco s'incantò?" spiò Fazio che guidava con la mano mancina mentre che con la dritta tiniva il telefonino a portata di grecchia sò e del commissario.
"Se ha ripetuto tri volte ah dottori dottori dev'essiri cosa seria assà" fici Montalbano tanticchia prioccupato.
"Ce lo vuoi dire che successe o no?" disse Fazio.
"A Picarella attrovaro! Stamatina l'attrovaro! A vita migliori passò!"
"Minchia!" sclamò Fazio mentre la machina sbandava provocanno un tirribbilio di frenate e di sonate di auto, motorini e camion che annavano nei dù sensi.
"Minchia d'una minchia!" rilanciò Montalbano.
Per controllare meglio la machina, Fazio lassò cadiri il telefonino.
"Accosta e ferma" disse Montalbano.
Fazio obbedì. Si taliarono.
"Minchia!" fici Fazio ribadendo il concetto.
"Allura il rapimento era veramenti vero!" disse Montalbano confuso e strammato. "Non era 'na finta!".
"Ci siamo sbagliati su di lui, povirazzo!" fici Fazio.
"Ma pirchì l'hanno ammazzato se non hanno manco domandato un riscatto?" si spiò Montalbano.
"Boh" fu la risposta di Fazio che ripitì ancora, a voci vascia e scantata:
"Minchia!"
"Telefona ad Augello e passamelo".
Fazio raccoglì il telefonino e fici il nummaro.
"Il telefono della persona chiamata..." principiò la voci femminina registrata.
"Astutato ce l'ha".
"Matre santa" disse Montalbano. "Ora se il questore ci piglierà a càvuci 'n culu e a pagnittuna avrà perfettamente ragione!".
"E la signora Picarella dove me la mette? Qua va a finire malamente per tutti noi! Capace che il questore ci manna a vinniri pane e panelle" fici Fazio accomenzanno a sudari.
Macari il commissario si sintiva sudatizzo. Certamente la facenna avrebbi avuto conseguenze serie e gravi.
"Chiama di nuovo a Catarella e spiagli se sa dov'è Augello. Bisogna concordare subito un piano di difesa comune."
Dato che erano fermi, a Montalbano vinni cchiù facili ascultare.
"Pronto, Catarè? Lo sai dove si trova il dottor Augello?".
"Siccome che il dottori Augello trovavasi in loco commissariato quanno che arrivò la notizia dell'attrovamento del suddetto Picarella, egli s'arrecosse in casa Picarella onde per parlari...".
"Ha affrontato la signura Picarella, vidova di frisco?" pinsò Montalbano. "Omo coraggioso è Mimì!".
"... col medesimo" concluse Catarella.
Montalbano e Fazio si taliaro 'mparpagliati. Avivano sintuto bono? Avivano sintuto veramenti quello che avivano sintuto? Se Picarella era morto, il medesimo col quale Mimì era annato a parlari non potiva essiri umanamente Picarella. Ma Catarella aviva ditto il medesimo. Il problema allura era: che intendeva Catarella con medesimo?
"Fattelo ripetere" disse Montalbano sull'orlo di una crisi di nerbi.
Fazio parlò con la stissa quatela che si porta a un pazzo furioso.
"Senti, Catarè. Ora io ti spio 'na cosa e tu devi solamenti diri o sì o no. D'accordo? Chiaro? Non una parola di più. O sì, o no, d'accordo?"
"Va beni".
"Il dottor Augello è andato a parlari col signor Picarella, quello che avevano sequestrato?"
"D'accordo" disse Catarella.
Montalbano santiò, Fazio macari.
"Devi rispondere o sì o no, cazzo!"
"Sì!"
"Ma pirchì allura dicisti che Picarella era morto?"
"Io non lo dissi!".
"Ma come?! L'ha sentito macari il dottor Montalbano che hai detto che Picarella era passato a miglior vita!".
"Ah, sì! Certo che questo lo dissi!".
"Ma pirchì l'hai detto?".
"Ma nun è la virità? Prima, quann'era siquistrato, faciva vita tinta mentri ora che è libbiro è passato a vita migliori".
"Io a questo un jorno o l'altro giuro che gli sparo" disse Fazio chiuienno la comunicazione.
"Ma il colpo di grazia glielo do io" fici Montalbano.
"Torniamo indietro?" spiò Fazio.
"No. Mimì ha fatto bene ad andare subito da Picarella. C'è lui. Noi invece proseguiamo. Ma al primo bar che incontriamo, ci fermiamo e ci beviamo un cognacchino. Ne abbiamo bisogno, questo viaggio è stato troppo avventuroso".

Andrea Camilleri, Le ali della sfinge, Sellerio editore Palermo, 2006

Questo dialogo andrebbe incorniciato e riletto ogni sera prima di andare a dormire. Mi pare di vedere la scena, nei dettagli. Uno spasso.

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